Unico Marconcini

Rione Labrone

Rioni

Corea - Fiorentina - Shangai - Torretta

Unico Marconcini. Unico Marconcini è nato a Cecina il 14 Marzo 1925. Sin da piccolo ha lavorato, con i suoi genitori, nel panificio di famiglia.

L’atleta – Nel 1948, a 23 anni, grazie all’interessamento di Dante Secchi, ex “scarronzone” dell’otto dell’Unione Canottieri Livornesi, che in quel momento era l’allenatore di quella società, Unico cominciò la sua attività agonistica di canottiere. Risultati: 1949 – titolo italiano juniores in otto fuori-scalmo a Castelgandolfo. 1949 – titolo italiano ai Campionati del Mare a Santa Margherita Ligure. Successivamente si cimentò nella specialità del Canoè (singolo ) dove ottenne dei buoni risultati.

Assieme all’amici Pecchio (Canzio Vivaldi), Fiorini, Magherini ed Armando Savi vennero chiamati a Varese per provare a formare l‘otto per le olimpiadi di Helsinki, ma come spesso accade, quest’ otto non fu continuato con la formazione mista Varese-Livorno e alle olimpiadi partecipò la formazione con l’equipaggio formato solo da vogatori varesini. Unico partecipò anche ad alcune edizioni del Palio Marinaro con i colori dell’Ovo-sodo. L’equipaggio dell’otto dell’U.C.L. si divideva in due, quattro vogatori salivano sul gozzo del Venezia, gli altri quattro salivano sull’ Ovo-sodo. I risultati erano che arrivarono 1° Venezia,2° Ovosodo.

L’allenatore – Nel 1955 cominciò l’attività di allenatore all’U.C.L. dove favorisce la nascita della sezione canoa, con l’allenatore Kaminsky Claudio. Blaho, tecnico della nazionale Ungherese di canoa, dove la canoa era ben conosciuta, nei primi anni sessanta, venne in Italia per promuovere questo sport ed a Livorno parlò proprio con Unico, che per motivi di tempo, propose al kaminsky la guida della sezione. Rimase all’U.C.L. fino al 1961.

Nel 1962, proposto dal suo amico Piero Pagni, venne chiamato ad allenare una nuova società: il C.R.A.L. STANIC LIVORNO, dove allenerà equipaggi in 4 jole 8 fs, che vinsero gare nazionali. Nel 1965 a causa della chiusura dell’attività agonistica di diversi sport, anche il canottaggio chiuse, ma Unico non rimase per molto tempo “disoccupato”, venne chiamato ad allenare il G.S. VV.F. TOMEI di Livorno, la sezione del canottaggio, che fino a quel momento stentava a decollare.

Con i suoi ragazzi, che lo seguirono, formò subito degli equipaggi, sia per la nuova società che per il CUS Pisa, dove molti di quegli atleti studiavano. Molti atleti di quegli anni, finita la carriera agonistica, sono andati rimpinguare le cantine delle sezioni nautiche del palio marinaro ed alcuni di loro ancor oggi ricoprono, a vari livelli, cariche nella organizzazione. Inoltre Unico, che abitava nel rione di Shangai, alcune volte accettò di allenare il gozzo del rione, anche perché a bordo c’erano diversi suoi atleti che gli chiedevano aiuto per salvare il gozzo in quella stagione.

Puntualmente il gozzo veniva salvato ed inoltre, si ottenevano anche ottimi piazzamenti, anche a ridosso dei medagliati. Tanti altri suoi ex atleti, divenuti allenatori di sezioni nautiche, andavano molto spesso a chiedergli consigli e lui, con molto piacere, rispondeva alle loro domande, oppure altri venivano a chiedergli il “prestito” di qualche vogatore, per rinforzare il loro equipaggio.

In quegli anni Unico, con un buon numero di atleti, per i VV.F. Tomei , ha conseguito questi i risultati: 11 titoli di Campione d’Italia ( senior / junior) 1 titolo di Campione del Mondo junior Ha fornito alla Federazione Italiana Canottaggio atleti che, con la nazionale, hanno partecipato a gare internazionali e Campionati del Mondo ( junior, under 23 ed assoluti ) ed atleti hanno partecipato alle Olimpiadi.

L’otto – Quello che si può dire di Unico è che per lui l‘otto era una “cosa sacra”, su quella barca non voleva scherzi; tanto è vero che pur avendo avuto sotto di sé atleti validi, difficilmente si è lasciato convincere a formare quella barca. A memoria si ricorda, che in 29 anni al gruppo sportivo dei Vigili del fuoco, Unico l’otto lo ha fatto solo due volte. La prima nel 1972, dopo che l’Accademia navale aveva sfidato l’otto dei VV.F. sullo Scolmatore, durante una regata regionale. Vinse nettamente l’otto di Unico.

La seconda, nell’estate del 1994. In quell’estate afosa, stranamente Unico propose di formare un otto con i ragazzi giovani. Lo volle, a tal punto, che a suo figlio Marco, toccò andare a Piediluco, il 14 agosto, a ritirare un otto prestato dalla FIC, concesso gentilmente dal presidente Romanini e con l’aiuto di Piero Bolognesi presidente regionale della F.I.C. Toscana. In quei giorni Unico diceva a suo figlio Marco «Portali fuori, falli vogare come ti ho insegnato e vedrai che sorpresa ti farò il primo di ottobre (data dei campionati italiani junior a Milano)».

Il 1° ottobre, mentre l’equipaggio scendeva in acqua per affrontare la finale, Unico che seguiva la gara da casa sua in diretta tv, moriva e non riuscì a vederla. I suoi ragazzi, fra i quali c’era anche suo nipote Francesco al carrello n° 1, in un solo mese di allenamento con quella barca, riuscirono ad arrivare quarti, ma a pochi decimi di secondo dalla medaglia d’argento, dopo un entusiasmante serrate finale.

Articolo del figlio Marco Marconcini

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