Enzo Neri

L’addio a Enzo Neri gentlemen dello sport

E’ scomparso a Genova, dove risiedeva da molti anni, Enzo Neri, livornese di scoglio e sportivo di autentico valore, appassionato di motonautica, negli anni ’50 conquistò anche un titolo mondiale nella classe off shore dell’epoca. Fu apprezzato operatore di borsa e divenne ricco, poi la fortuna gli voltò le spalle, come spesso accade nel mondo della finanza.

Nato nel popolare quartiere di Pontino, mai dimentico delle sue origini, non aveva, però nessun grado di parentela con la nota famiglia di imprenditori livornesi. «Era uso spostarsi per le varie zone del centro cittadino a bordo di un potente motoscafo in legno, tipo “laguna” – afferma Alberto “Yoghi” Lemmi, dirigente della cantina giallorossa che lo ricorda assai bene – quelli ammirati in tanti film, con teatro il Canal Grande e il Lido, dove spesso anche Neri, così si diceva negli anni ’50, andava a fare qualche puntatina, anche se non era un giocatore abituale».

«Arrivò in cantina, si era negli anni 1956-’57 – a ricordare questa figura avventurosa è un’altra bandiera del Pontino San Marco, Walter Cioni – con quel “motoscafone”, roba da sceicchi e cominciò la sua sponsorizzazione dei nostri colori, acquistando i remi del gozzo, il corredo per i vogatori. A quel tempo la ciurma era composta da Dedo Piram, “Bazza”, Pietrini, Giovanni Persico, ex “Scarronzone”, allenatore che non disdegnava di vogare, il capovoga Giorgio Sonetti, un’altra delle figure mitiche del nostro Palio Marinaro e il Leonardini, vogatore da ciurma di risi’atori, come del resto lo erano anche gli altri».

«”Il beato Neri”, come lo chiamavano in quegli anni – dice ancora Alberto “Joghi” Lemmi – rivitalizzò l’ambiente, ci dette qualche bella iniezione di fiducia e, insieme a Leone Lonzi, imprenditore multiforme, la cui ditta è ancora in attività, con il suo entusiasmo e i quattrini di cui disponeva, catalizzò nella cantina un bel gruppo di vogatori e noi, per qualche annata agonistica, con lui vincemmo parecchie gare». Enzo Neri arrivò sul Pontino come una meteora, partecipò anche a qualche riunione, si era al tempo delle Consulte Popolari, dimostrando molta sicurezza e una autentica passione sportiva, tanto che coprì anche la poltrona di presidente degli “Azzurri d’Italia”.

Fu un’autentica meteora, perché di lì a un paio d’anni, egli scomparve con quel suo motoscafo da film e solo in pochi seppero che si era trasferito a Genova, dove è scomparso pochi giorni fa, ricordato anche dalla città ligure quale sportivo di valore e finanziere di notevole abilità.

Articolo di Otello Chelli il “Tirreno” 30/12/2002