Location • La Torre della Meloria

Torre della Meloria, Livorno. Ph Andrea Dani

Le Torre della Meloria, punto di partenza della Coppa Risiatori, affiora dalle omonime secche in una zona di bassifondi a circa 3 miglia dal porto di Livorno. Luogo di numerosi naufragi fin dall’epoca romana, era spesso la meta degli gli antichi  “arrisicatori” livornesi che sfidavano le onde del mare in tempesta per trarre in salvo gli equipaggi delle navi in difficoltà o per guadagnarsi il diritto di lavorare al recupero dei carichi e dei relitti. Ancora oggi infatti l’area nasconde nei suoi fondali i relitti di numerose navi militari e civili grazie ai quali le Secche sono considerate un sito di eccezionale interesse storico e archeologico, oltre che naturalistico.

A conferma di ciò, nel 1722, nei fondali circostanti alla Torre, furono rinvenute quattro teste bronzee di fattura tardo rinascimentale, denominate appunto i Bronzi della Meloria, che raffigurano Omero, Sofocle, Eschilo e un ignoto, oggi conservate nel Museo archeologico nazionale di Firenze.

LA STORIA DELLA TORRE DELLA MELORIA

Dai documenti storici risulta che, proprio a causa dei frequenti naufragi di imbarcazioni dirette verso il porto pisano, la Repubblica Marinara di Pisa decise, verso la metà del XII secolo, di erigere una torre che fungesse contemporaneamente da punto segnalazione contro le incursioni dei pirati e segnalasse la presenza delle pericolose secche. Costellata da fiaccole accese, la torre rappresentava per i marinai una lanterna (così veniva infatti chiamata) nella notte.

Distrutta nel 1284 dai genovesi nella celebre battaglia della Meloria, venne ricostruita nel 1598 per volontà del Granduca Ferdinando I de’ Medici. Di nuovo abbattuta dalla violenza del mare, fu riedificata nel 1712 sotto Cosimo III, Granduca di Toscana.
La struttura, a base quadrata, è alta 15 metri e poggia su quattro pilastri uniti da 4 archi ogivali studiati per ridurre l’impatto delle onde sulla torre stessa.
Sulla facciata a sud il Granduca fece apporre una lapide sulla quale ancora oggi si legge “Pro navigantium securitate ad latentes scopulos evitandos”, ovvero “Per la sicurezza dei naviganti, affinché evitino gli scogli nascosti”.

Un’altra iscrizione, attribuita a Pietro Contrucci, ricorda invece la celebre battaglia della Meloria di cui la torre fu testimone: “Questa torre, contrastante al tormento dei secoli, serba l’infanda memoria del conflitto, che trasse Pisa alla rovina, e Genova non fé lieta del fraterno trionfo. Sciagurati! Vostre ire infernali squarciarono il petto della pia madre, dal voler concorde dei figli reclamanti l’antica corona; un’altra iscrizione avverte invece del pericolo degli scogli”.

Priva tuttavia di un moderno sistema di segnalazione con illuminazione notturna, nel maggio 1867 venne affiancata da un secondo faro in metallo alto venti metri posizionato poco distante.

Attualmente le secche sono segnalate da due fari e una meda elastica ad alimentazione fotovoltaica.

Per secoli la torre è stata abbandonata senza ricevere alcuna manutenzione, tanto che, nel 1980, presentava una condizione statica disastrosa con le colonne corrose da oltre duecento anni di mareggiate. L’importanza storico-architettonica del monumento spinse il mondo culturale livornese e pisano a fare pressione sull’Amministrazione Regionale per un intervento di salvataggio.

Nel 1986 la Provincia di Livorno è quindi intervenuta consolidando i pilastri e riportando la torre al vecchio splendore.

 

La Battaglia della Meloria, Giovanni David. Palazzo Reale di Genova.

LA BATTAGLIA DELLA MELORIA
Le Secche della Meloria hanno dato il nome a quella che, a distanza di secoli, viene ancora considerato come il più grande scontro navale del medioevo: la Battaglia della Meloria. Lo scontro ebbe luogo il 6 Agosto del 1284 tra la flotta della Repubblica di Genova e quella della Repubblica di Pisa. Oltre 100 galere pisane, comandate dal podestà veneziano Alberto Morosini, affrontarono, per il dominio del Tirreno, le 88 navi della flotta genovese capeggiate da Uberto Doria e riportarono una sconfitta che segnò l’inizio della decadenza della potenza marinara pisana e il predominio sul Mediterraneo di quella genovese.

Oltre ai cinquemila morti in battaglia, furono circa diecimila i prigionieri pisani, tra cui il Podestà stesso e il celebre Rustichello che successivamente aiuterà Marco Polo a scrivere “Il Milione”. Liberati dopo 13 anni di sofferenze, i superstiti che fecero ritorno a Pisa furono poco più di un migliaio.
 La pace venne firmata dalla Repubblica di Pisa nel 1288 a condizioni pesantissime, tra cui la rinuncia alla Corsica. Purtroppo Pisa rispettò solo parzialmente questo trattato di pace, tanto che Genova nel 1290 distrusse il Porto Pisano per rappresaglia.

 

L’AREA MARINA PROTETTA
Grazie alla ricchezza dei suoi fondali, le Secche della Meloria sono anche una delle Aree Marine Protette più peculiari ed interessanti del Mediterraneo. Esse rappresentano infatti un ecosistema marino unico sia per estensione (più di 9000 ettari) che per biodiversità. Paradiso di snorkelers, sub e di molti livornesi che d’estate non si fanno mancare un bagno nelle sue acque cristalline, ospitano numerose specie di pesci oltre ad una vegetazione marina molto varia.

Il regno vegetale è rappresentato sia da alghe sia da piante marine, tra cui la fanerogama Posidonia oceanica che costituisce un vero e proprio habitat. La fauna marina è costituita invece da vari vertebrati ed invertebrati, da varie specie pelagiche (presenti in mare aperto) e da specie bentoniche che vivono in stretto contatto con il fondo.

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