Massimiliano Bardocci

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Una voce del Palio

Nasce il 9 settembre del 1964 Massimiliano Bardocci, uno degli speaker delle gare remiere che per tanti anni ci ha fatto e ci fa tenere il fiato sospeso durante le sue radiocronache fatte con quella grande passione che lo ha sempre contraddistinto.

Ha cominciato nel lontano 1982 quando raccontava le gare in diretta su Radio Livorno Città Aperta alternandosi con Radio Flash, che ebbero un gran successo in città in quegli anni. “La passione per il Palio – dice Massimiliano – me la tramandò mio nonno che abitava alla Tura, in Venezia, e più precisamente sugli scali delle Barchette, ma Carlo Carpitelli, così si chiamava mio nonno, non mi tramandò solo la grande passione per i gozzi, ma anche quella del teatro vernacolare dove lavorò con il grande Beppe Orlandi e furono davvero una grande coppia, lui interpretava la vecchia mentre Beppe la popolana e pensa po’, io sono anni che interpreto la vecchia”.

Dunque, Massimiliano iniziò a descriverci le gare in diretta nel 1982 raccontandoci la Risi’atori, la Barontini e il Palio. “Fu l’allora Assessore allo Sport – racconta lo speaker – che mi offrì di fare le radiocronache e tutto questo è durato fino al 2017 e poi e iniziata la collaborazione con Roberto Cipriani grazie all’innovazione, devo dire azzeccata, dell’attuale Presidente del Comitato Palio, Maurizio Quercioli. Ma c’è un’altra voce importantissima che dal 2011, se non vado errato, è entrata a far parte della squadra degli speaker ed è quella di Valeria Volpe che si dimostra, come sempre, brava e preparata per quanto riguarda i cenni storici e molto altro ancora”.

“Che dire di Roberto Cipriani? – continua Massimiliano – è bravissimo ed era già lo speaker ufficiale del Palio, poi volle impegnarsi al timone dei gozzi, oltre a fare l’allenatore, e devo dire che ottenne grandi successi specialmente con il Salviano e il San Jacopo. Poi, come si dice, è rientrato nei ranghi. Ho fatto anche lo speaker via mare per il Palio e per la coppa Risi’atori e sono state esperienze uniche ed è lì che assapori, davvero, il senso della gara quello, appunto, di ricordare i nostri antichi marinai”.

Massimiliano – gli dico – raccontami un aneddoto. “Dovevo fare la cronaca di un Palio con un mare molto grosso, era la terza volta che lo rimandavano e io, Roberto Onorati il fotografo e la giornalista del Tirreno Elisabetta Arrighi, uscimmo con una motovedetta della Finanza della quale il comandante era Cesare Gentile. Dopo qualche centinaio di metri alla giornalista venne il mal di mare e la dovettero sbarcare mentre Roberto ed io continuammo ad andare sul campo di regata. Il mare era molto agitato tanto che il comandante della motovedetta cercava di prendere le onde come meglio poteva fino a quando ne prese male una più alta delle altre, l’impatto fu talmente violento che si aprì la piattaia dell’imbarcazione facendo un rumore agghiacciante, mentre in lontananza scorgemmo alcune trombe d’aria. Vinse l’Ovo Sodo con quel mare agitato facendo vedere, insieme agli altri equipaggi, di che pasta siamo fatti noi gente di mare”. Lo speaker ci saluta come sempre: “W Livorno, W il Palio e W la Madonna di Montenero.

È certo che un plauso Massimiliano Bardocci se lo merita perché sta portando avanti le due tradizioni per eccellenza di questa città: il Palio e il Vernacolo. Oltre che dare la sua voce per descrivere le nostre antiche corse d’acqua, s’impegna, recitando, per mostrarci come davvero erano i livornesi di una volta.

 

Articolo di Carlo Braccini ottobre 2020

 

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