Achille Bassini

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Borgo Cappuccini

Dalla ripresa del palio marinaro del 1950 fino alla costruzione di nuove imbarcazioni cioè nel 1973, nelle cantine gli addetti ai lavori studiavano e modificavano segretamente barche e palamenti (remi), per trovare sempre un qualcosa che poteva portare ad una vittoria. Naturalmente, in queste fucine di cervelli, non tutto scorreva a suo dovere, anzi, tali modifiche personalizzate in certi casi furono dei veri fallimenti.

In questo mondo marinaro, raramente ci sono state delle eccezioni, il primo nella storia del palio dopoguerra l’ebbe il Borgo Cappuccini con Achille Bassini, giovane artigiano del legno, in seguito maestro d’ascia. Affascinato di alcune storie raccontatomi nelle cantine borghigiane da anziani frequentatori che tutt’oggi ricordano, sono andato a cercare i familiari di questo mitico personaggio che modificò a tal punto la sua imbarcazione, come un sarto cuce un vestito su misura, e approfittando della disponibilità concessami da una delle figlie, cercherò di raccontare questa straordinaria storia livornese.

Achille Bassini appartiene a quel ramo di personaggi che riescono con ingegno e capacità naturali ha trasformare qualsiasi cosa che gli capita tra le mani e che gli orbita nella mente. Nasce il 23 luglio del 1923 dal maestro d’ascia Otello e Elide Rossi detta in Borgo Cappuccini “la Carrarina” (perché di Marina di Carrara) di professione sarta. (una curiosità: lei cuciva le divise ai fascisti, lui, essendo comunista e non avendoci nessuna tessera di regime, lavorava saltuariamente. Immagino l’armonia familiare). Nella cantina del padre, Achille apprende precocemente il mestiere trasmessoli dal padre intravedendo subito la diversità e la personalità dell’artigiano. Mentre il padre costruisce barche munito di righello flessibile, lapis ed esperienza, l’altro parte dal disegno, costruisce il modellino in scala ed in seguito applica il tutto alla costruzione.

Achille si sposa 29 novembre 1946 con Bruna Del Bimbo, figlia di quel Gugliermo capovoga degli scarronzoni medaglia d’argento a Los Angeles 1932, Berlino 36, dal matrimonio nasceranno tre figlie: Carla, Laura e Anna. Nel 1951 partecipa con il Borgo Cappuccini al primo palio dopoguerra era 2° remo di destra, giungendo secondo. L’anno dopo stimolato barca singola “la Scia” decide di gareggiare in quella specialità. Qui soffermiamoci perché è il capitolo basilare della nostra storia e cioè: le prime modifiche concrete all’imbarcazione e il primo stop della manifestazione.

Bassini ritira la sua imbarcazione rinchiudendola in cantina, la studia, la smonta trasformandola completamente. Sostituì le tavole, ridimensionò il costolame, modificò la linea d’acqua ed il galleggiamento, remi su misura ed infine ritoccò le scalmiere, alzandole, dandogli la tangenza del fasciame, ma in realtà le scalmiere risultarono fuori fasciame (in pratica un fuoriscalmo). L’aveva ideata per farla volare in mare, la battezzò chiamandola “Colomba” (riferendosi alla canzone di Nilla Pizzi “vola colomba bianca vola” tanto in voga all’epoca). Quando si presentò alla gara i vecchi barchettaioli ansiosi di vedere quello che da tempo si mormorava nelle cantine non credevano a quello che vedevano, “quella è una canoa!” Esclamarono. Come Ulisse tese l’arco per centrare il bersaglio, Bassini fece altrettanto, facendo volare la sua imbarcazione.

Vi racconto in sintesi la cronaca del Telegrafo anno 1952 articolo di Aldo Guerrieri: “Equipaggi partiti regolarmente, Macelloni di Ardenza e Sardelli Aldo del Pontino iniziarono a duellare per imporre subito la supremazia della gara, Vero Catanzano plurimedagliato nei palii anteguerra, approfittando della bagarre che succedeva lato mare con scatto felino, facendo ricordare ai vecchi quei grandi giorni ,quella luce che intercorreva tra equipaggio ed equipaggio. Il suo scatto repentino fece ingarosire quei tifosi veneziani che assistevano alla Terrazza Mascagni fino al punto di spingerlo virtualmente fino alla vittoria. Ma i sogni sono sogni e lo sport ha le sue severe leggi inevitabili e fatali a vantaggio del vigore e giovinezza. All’altezza dei bagni Trotta (ora Tirreno) Achille Bassini, pur sacrificato per la boa di terra inizia ad ottenere quello che aveva pensato, la luce delle barche che intercorre con Catanzano diminuisce ad ogni attacco di vogata, l’anziano vogatore nulla può fare, cede. Nel frattempo Sardelli e Macelloni si accorgono dell’accaduto, essendo troppo in ritardo cedono anche loro sotto la produzione di colpi del Bassini che all’arrivo fu portato in trionfo dai borghigiani”.

Finito il Palio Achille viene chiamato dalla Lorenzi trasporti Elbani, fa un periodo il pendolare. Nel 1953 il Palio si ferma in questa specialità, la causa? L’imbarcazione del Bassini. Achille si trasferisce con la famiglia all’Elba e nel 54 nasce la secondogenita Laura. Per cause familiari ritorna a Livorno e rinizia a costruire barche. Sempre nel 54 partecipa al Palio Marinaro, ma gli stimoli sono finiti, arriverà ultimo e decide di smettere. Nel frattempo alterna la sua vita costruendo barche e facendo lo stivatore e stendere legname in stiva (in gergo danneggio).

Nei momenti di pausa insegna alla figlia Carla l’arte del legno. Taccia, agente del porto, convince Bassini e Simoncini a dare vita ad un’agenzia di sbarchi ed imbarchi (prendono la Zim), in seguito anche la “Jugolinea” proposta da Vivaldi (Ag. Portuale), la ditta si estende. Achille dal secondo matrimonio ha avuto un figlio, Andrea Bassini con la seconda moglie Signora Gabriella.

Bassini è stato uno dei fondatori della Sezione Nautica Montenero. Bassini è stato uno dei fondatori della Nautica Montenero nonché costruttore della vasca di voga, vi resterà fino al 91 alternando dirigenza e presidenza. Achille Bassini muore il 1° Agosto del 99. Nel suo palmares di costruttore di barche citiamo la Calan (Carla, Laura, Anna, nomi delle figlie) un 16 metri venduto a Giovanni Laletta imprenditore del porto, “l’Aquilotto” ultima costruzione in casa a Montenero, disegnò e sfece lo stampo per la gabbianella, di 5,30 Mt, gozzi a quattro remi ultima generazione per il palio marinaro, nel 2002 dopo la morte, la Sig.ra Gabriella insieme ad Edoardo Bassini e David contribuirono all’intitolazione del gozzo del Quercianella.

Livorno 5/11/011 intervista di Roberto Baronti

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