Antonio "Tonino" Chiesa
Antonio Chiesa nacque nel 1892, morì nel 1965. Cognato di Tito Neri, che ne aveva sposato la sorella Algerina. Partecipò alle arrisicate finché non mise su una propria impresa. Organizzò le gare remiere degli anni ’20 e nel 1931 guidò un quattro del Borgo Cappuccini come timoniere (nel 1931, l’equipaggio della gozzetta del Borgo fu squalificato per avere scaricato zavorra lungo il percorso di gara). Nel 1951 contribuì alle varie discussioni per far rinascere il Palio e fu lui a reclamare perché l’armo di Borgo Cappuccini tornasse a chiamarsi Costante Neri, ovvero come il padre, ma anche il figlio di Tito Neri.
Era iscritto alla società della Cremazione. Fu lui a raccontare a Brizzi, oltre cinquant’anni orsono, che fra le barche dei risi’atori non erano rare le sfide per divertimento. «Si decideva la corsa quando c’era il mare mosso per mettere alla prova, oltre alle nostre capacità fisiche, la nostra abilità di marinai. Alla fine della corsa la soddisfazione era di tutti perché il vero sfidato era il mare. E si andava a festeggiare la riuscita delle gare in trattoria. I vincitori, ovviamente, non pagavano». Sempre lui ricordava che sin da allora si cominciò ad assegnare agli equipaggi la rappresentanza rionale. Tonino, con i fratelli Neri, rappresentava Borgo Cappuccini e la loro barca sul guidone di poppa portava i colori rosso e nero perché l’equipaggio ostentava idee da anarchici. «Vi erano pure le barche di San Giovanni e Venezia, una di Ardenza e una di Barriera Margherita: Si decideva fra noi e non si diceva a nessuno. L’ufficialità non sapevamo cosa fosse ma al momento della partenza il popolo (chissà chi lo avvertiva) trovava i mezzi per seguirci. Barconi, navicelli, vaporetti, gozzette e lance prese a nolo si schieravano lungo il percorso traballando tra le onde».
Articolo di Alberto Gavazzeni 2001