Bruno Domeniconi

Rione San Jacopo

Rioni

Fabbricotti - San Jacopo

Cuore rosso-nero

Bruno Domeniconi nasce a Lucca il 26/3/1938 ma si sente livornese al 100% e il mondo del remo lo conosce come le sue tasche, non a caso è stato presidente del Fabbricotti e del San Jacopo, ma il suo cuore palpita rosso-nero.

«La sezione nautica del Fabbricotti nacque nel 1978 – racconta Bruno – e dei suoi fondatori ricordo solo il Vanni, padre del giornalista de La Nazione, Igor. I colori scelti per rappresentare il rione, nelle varie gare remiere, furono il rosso e il nero e non sono sicuro del perché di questi colori, c’è chi asserisce che furono i colori appositamente scelti dell’Anarchia, non a caso il gozzo portava il nome di “Brigata Garibaldi“, oppure che i fondatori della sezione nautica erano abitanti nell’omonima, via che si trova nel rione, e scelsero colori e nome da dare al gozzo».

«Nel 1979, un anno dopo la sua fondazione, il Fabbricotti passò a dieci remi ma i rionali non seguirono per niente la cantina che li rappresentava e nonostante questo la sezione nautica riuscì, per alcuni anni, a mantenere il gozzo a dieci. Nel 1982, Bruno Niccoletti che aveva in cura il rimessaggio e la riparazione dei gozzi in Fortezza Nuova (erano tutti in legno) prese in mano il Fabbricotti perché nessuno si presentò a ritirare il gozzo in quanto l’allora presidente Riccardo Massi, rimase solo e quindi non fu in grado di assicurare la partecipazione del rione alle gare remiere».

«Il Niccoletti, vedendo il gozzo abbandonato venne, assieme al timoniere Andrea Del Maestro, nel quartiere alla ricerca di ragazzi per formare il dieci remi anche se furono consapevoli che sarebbe stato difficile mantenere il gozzo, ma un conto era gareggiare e un altro conto era di vedere il gozzo fermo in Fortezza. Trovati i dieci ragazzi, tra cui mio figlio, ebbero pochissimi mesi (era di Febbraio) per allenarsi. Alla Coppa Ris’iatori si classificarono al settimo posto, idem alla Coppa Barontini, ma con poche speranze di salvare il gozzo al Palio Marinaro».

«Pochi giorni prima della gara più importante, un componente dell’equipaggio ebbe un incidente e non poté partecipare. Rimasti in nove, fu tesserato in fretta un giovanotto che sapeva a malapena tenere il remo in mano. Arrivò il giorno del Palio,il tempo non fu clemente e addirittura si pensò ad un rinvio, ma solo poche ore prima della partenza migliorò e si corse. La lotta per non retrocedere fu tra noi e il Salviano. La spuntammo noi e arrivammo settimi ma i bianco-amaranto fecero reclamo per l’ultimo nostro vogatore tesserato e la giuria retrocesse noi e loro».

«Io e mia moglie insieme al presidente Niccoletti e al timoniere Andrea Del Maestro fummo certi di aver subito un’ingiustizia e facemmo un contro reclamo, ma la giuria, presieduta dal signor Mannari, assieme ad alcuni membri delle sezioni nautiche, che furono ignorantissimi del regolamento, il quale recitava testualmente: “Al momento dello schieramento, alzando le bandiere verdi, la giuria attesta che tutte le formalità sono state eseguite quindi non si può fare nessun reclamo”. Il reclamo quindi – continua Bruno – si può fare durante la gara per ciò che succede in mare. Fu un’ingiustizia grande come una casa. Solo Ferdinando Malacarne ci dette ragione. La giuria, ripeto, ignorantissima del regolamento, per paura di qualche presidente delle sezioni nautiche che minacciarono di fare casino, confermò il verdetto».

«Questo fu il mio ingresso nel mondo del Palio come presidente, insieme a mia moglie Nadia Ciabattini (prima donna in carica in una sezione nautica), gli altri dirigenti furono: Aurelio Fantolini, Riccardo Narsi ,Bruno Niccoletti (allenatore) e Andrea Del Maestro. Nel 1984, con i vogatori: Giorgio Pizzi, Stefano Mainardi, Alberto Gimona (figlio del grande calciatore), Riccardo Filippi, Roberto Bonaldi, timoniere Andrea Del Maestro, vincemmo tutte e tre le gare importanti e prendemmo il dieci remi. Mi ricordo che eravamo sponsorizzati da D’Alesio. La vittoria dette una “scossa” ai “vecchi” vogatori e facemmo un dieci vincente. L’allora Circoscrizione 8 ci fece costruire una gozzetta a quattro remi, identica a quelle da gara. Ma qualcosa non funzionò a dovere e arrivammo 2° alla Risi’atori, 6° alla Barontini e 4° al Palio Marinaro».

«Negli anni a seguire, con molti sacrifici, tenemmo il dieci remi che successivamente perdemmo. Abbiamo sempre onorato il Mini Palio, in cui c’erano 16 gozzi. Nel 1990 vincemmo la Coppa Santa Giulia, la Mini Risi’atori e il Mini Palio. Ho sempre portato avanti con serietà e onestà la Sezione Nautica Fabbricotti ed eravamo rispettati da tutto il mondo del remo. Il Fabbricotti è stato il primo rione a dare il benvenuto, nelle gare remiere livornesi, all’isola di Gorgona, con la quale facemmo un gemellaggio e fummo i primi, insieme ai vogatori del Mini Palio del Venezia, a gareggiare con loro in Gorgona. Alcuni anni dopo – conclude Bruno Domeniconi – con le mie dimissioni dalla sezione nautica, subentrò come presidente Roberto Bonaldi».

Articolo di Bruno Domeniconi 22/09/ 2016

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