Luciano Donati

Rione Labrone

Rioni

Corea - Fiorentina - Shangai - Torretta

Il gozzo del pettinino

L’ho incontrato alla mostra fotografica del Palio Marinaro che si è svolta a Porta a Mare nel maggio scorso. Era in compagnia del suo amico Giorgio Sonetti, uno dei grandi nel mondo del remo livornese. Dopo aver visto la mostra, si siede al tavolo per fare una chiacchierata con me. «Sono nato il 18/02/ del 1940 – ricorda Donati – in via Vittorio Emanuele (l’odierna via Grande) al terzo piano del n° 22 e il mio rione di appartenenza, quindi, era il Venezia. Avevo 17 anni quando conobbi alcuni ragazzi che abitavano in Torretta e che si cimentavano nella voga per quel rione. Era il 1957. Il loro allenatore e timoniere era Aldo Sgherri, detto Garofano, il quale mi convinse a salire sulla gozzetta e imparare a vogare. Fu così che cominciò la mia carriera di vogatore con i giallo-neri del Torretta che durò fino al 1961».

«Nel primo anno di voga, nel 1958, vinsi il Palio delle gozzette, in un bellissimo duello con il San Jacopo, portando per la prima volta nella sua storia Il Torretta nei dieci remi. L’anno successivo ci classificammo al 7° posto. Nel 1960 dettero il soprannome di “Pettinino” al nostro gozzo perché quando si passava lungo i fossi, vedendo le ragazze che ci guardavano, tiravamo fuori i nostri pettinini per tirare indietro i capelli. Che tempi!»

«Non avevamo una cantina e il gozzo si lasciava ormeggiato net tratto di fosso adiacente alla vicina via delle Cateratte, in prossimità del ponte. Una volta ci regalarono un piccolo paranco per issarlo a terra, ma non ce la faceva per il molto peso dell’imbarcazione. Gli allenamenti si facevano al Botteghi e molto spesso davanti alla Terrazza. In gara facevamo delle micidiali partenze, lasciandoci dietro i rioni più blasonati, ma a quasi metà corsa avevamo dei cali impressionanti ed era già tanto si riusciva a salvare il gozzo».

«Nel 1962 passai all’Unione Canottieri Livornesi dove vi rimasi fino al 1965, poi, convinto da un amico, Brunello Braccini, approdai in quel di Borgo dove vogai soltanto per quella stagione. Era il 1966. L’anno dopo, per volere di “Pecchio” (Canzio Vivaldi), entrai a far parte dell’equipaggio del Venezia. Arrivammo secondi al Palio dopo una tiratissima sfida con il Pontino San Marco, che vinse. Ma ci rifacemmo vincendo la Coppa Barontini con Umberto Marconcini detto “Uccellino” per la prima volta a timone. Eravamo un bell’equipaggio. Poi, per cause di incomprensioni, lasciai la cantina rosso-bianca».

«Nel 1968 passai all’Ovo Sodo insieme ad un amico, Giancarlo Musetti. A proposito di Giancarlo, mi ricordo che alcuni minuti prima della partenza “Asse”, così era soprannominato Musetti, stava picchiettando l’impugnatura del remo con una piccola lima, rendendola più ruvida, per la presa delle mani quando, ad alcuni istanti prima del via del Palio, l’impugnatura stessa gli si stroncò tra le mani. Segno che il remo era marcio. E menomale che non gli successe durante la corsa. Il remo fu cambiato e noi ci piazzammo al quarto posto. Quello fu l’ultimo anno che corsi con i gozzi in quanto, per motivi di lavoro, dovetti smettere». Poi guardando le foto con sguardo malinconico, di quando vogava, che si era portato dietro per mostrarmele, esclamò, «Sono stati anni stupendi, meravigliosi. Sono fiero e orgoglioso di averli vissuti».

Carlo Braccini 2018

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