Mario Ghiozzi

Rione Venezia

Rioni

Venezia

Da timoniere dell’Avvalorati a timoniere e allenatore degli “Scarronzoni”

Livorno 16 settembre 1894– Roma 13 gennaio 1958

Nel 1907, a tredici anni, esordì come timoniere per il “Remo” (che nel quinquennio 1895 1899 aveva vinto per ben quattro volte i campionati italiani di “quattro con”). Vinse poi due regate come timoniere: del jole due vogatori e timoniere del jole quattro vogatori e timoniere (juniores) alle Regate Internazionali di Nizza nel 1914. Nel 1926 partecipò al primo Palio ufficiale dei rioni come timoniere e forse come allenatore dei bianco-verdi dell’Avvalorati. Fu lui a condurre alla vittoria il “Norge”: l’imbarcazione del Club Nautico di quel rione. Aveva 32 anni. Pennellava i giri di boa come solo il grande Agide Carnevali seppe fare.

Ecco la breve cronaca che si scrisse, nel 1926, di quel Palio: «Allo start sono allineati quattro equipaggi e cioè il “Norge di Avvalorati”, lo “Sparlotto” di Borgo Cappuccini, l’armo di via San Carlo (in pratica un Borgo Cappuccini bis) e quello di San Jacopo. Alla partenza i bianco-verdi con palata poderosa ed unita subito si portano in testa inseguiti da vicino dai rosso-neri (questi furono i primi colori) del Borgo Cappuccini. Mentre i bianchi del San Jacopo rimangono attardati l’equipaggio del San Carlo tenta strenuamente di diminuire le distanze. Il “Norge” però fila indisturbato verso la vittoria e l’equipaggio dello “Sparlotto” riesce a trovare ancora la forza per resistere al rabbioso veemente serrate dei vogatori di via San Carlo che terminano vicinissimi ai secondi arrivati. La distanza fra il primo armo e il secondo è di circa quindici metri. Mentre il San Jacopo termina quarto assai lontano”.

Mario Ghiozzi partecipò, sempre con l’Avvalorati, anche al Palio del 1927 ma senza successo. Fu il primo timoniere dell‘Otto dell’Unione Canottieri Livornesi, denominato nel 1928 “Scarronzoni”. Vinse nel giugno del 1928 i Campionati Toscani di categoria sul lago di Massaciuccoli (Torre del Lago). Poco dopo a Pallanza (seconda competizione) si aggiudicò il Titolo Nazionale di jole a otto vogatori (juniores). Nel maggio del 1929 a Orbetello ebbe il battesimo della gloria in quanto sempre come timoniere , non solo vinse ma dette la scia all’Otto dell’Aniene di Roma. Avendo superato il peso fu quindi sostituito al timone degli “Scarronzoni” da Cesare Milani.

Poco dopo il “ragionier” Mario Ghiozzi divenne allenatore dello stesso equipaggio. Nel 1930 lo troviamo direttore di voga dell’Unione Canottieri Livornesi. A partire dal 1933 promosse con Razzauti (presidente) la “Leva Livornese del Remo”, attuata per la prima volta in Italia. Con questo evento abbiamo la spiegazione del suo vero “miracolo”, che non fu tanto quello di creare un “otto fuoriclasse” dal nulla, quanto nell’essere riuscito, dopo, a farlo durare per 14 anni con immutate caratteristiche di omogeneità, d’ efficienza e di forza. Impose ed attuò per primo in Italia il metodo naturale “Fairbairn” (Stephen (Steve) Fairbairn, 1862 – 1938), seguendo il quale gli “Scarronzoni”, in contrasto con il loro nome di origine, divennero da allora in poi come modello di compostezza e di stile.

Una carriera sfolgorante fu la sua come tecnico, ricca di titoli conseguiti dai suoi atleti; era un livornese singolare, “che sta zitto”, incaricando i fatti di parlare per lui. Nel 1936, a seguito dei successi conseguiti, Mario Ghiozzi venne eletto Commissario Unico del nuovo Direttivo Nazionale della Regia Federazione Italiana di Canottaggio, carica tramutata nella edizione del dopoguerra, in quella di (C.T.), e conservata fino a circa metà degli anni cinquanta. In qualità di C.T. Azzurro accompagnò gli “Scarronzoni” alle Olimpiadi di Berlino, dove nella zona di Grunau, nell’agosto del 1936, conquistarono la medaglia d’argento. Non essendo iscritto al P.N.F. (partito nazionale fascista) ottenne, in detta occasione, una particolare dispensa, per potere indossare la divisa della Nazionale. Ma venne la guerra e i livornesi dovettero lasciare le loro case per i massicci bombardamenti; solo questi dispersero l’armo degli “Scarronzoni” e il loro maestro.

Articolo (per l’Avvalorati) di Carlo Braccini. Per il canottaggio articolo di Wikipedia.

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