Sonia Giannetti

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Benci Centro - Magenta

Sonia Giannetti, vogatrice, si racconta

Sonia Giannetti nasce a La Spezia il 13 dicembre del 1984, arriva a Livorno all’età di quattro anni e va ad abitare nelle bellissime colline che abbiamo alle spalle del nostro mare, un po’ fuori città tra la località Gabbro e Livorno. Inizia il percorso scolastico ed arriva alle scuole superiori, frequentando il liceo ISIS Niccolini-Palli. In classe le viene proposto il progetto Scuole in Barca. Figlia di un allenatore di calcio ed ex portiere, decide di intraprendere questo sport chiamato voga del quale non conosceva niente. Al tempo la cantina dello Shangai-Filzi-Torretta aveva aperto le porte, già da alcuni anni, a questa disciplina correlata ai percorsi di studio e dopo le gare tra scuole la dirigenza chiese alle ragazze di rimanere per creare il primo equipaggio femminile tesserato.

“Potevamo mai dire di no dopo le famose Signorine del 1913? I racconti che Umberto Marconcini ‘Uccellino’, il nostro allenatore, ci faceva in cantina, del passato e delle tradizioni, ci entravano nel sangue e non le toglievamo più dalle nostre vene”.

“Per un anno l’equipaggio delle ‘BIMBE‘ gareggiò da solo, sempre in apertura delle gare dei colleghi del Minipalio, tranne la sera della gara Lorenzini del giugno del 2003, quando insieme ad alcune ragazze dell’Unione Canottieri, se non ricordo male, formammo due equipaggi: Raggio di Sole e Raggio di Luna. Gareggiare la sera aveva tutto il suo fascino, soprattutto per le ragazze, che nessuno ancora aveva visto in acqua dopo il tramonto”.

Nel 2005 Sonia parte volontaria nell’Esercito Italiano abbandonando, ma solo come atleta, il mondo del remo; infatti, continuerà sempre a seguire le gare dalla spalletta, anche dopo essere diventata mamma di Francesca il 15 agosto 2010.

Per riprendere in mano la sua vita, dopo aver affrontato alcuni problemi, inizia a giocare a pallavolo con altre ragazze,  molte delle quali mamme. Nel 2017 ricomincia anche a vogare nella Cantina del Salviano, inizialmente come riserva, perché mettere insieme lavoro, casa, famiglia e sport è difficile, ma ben presto prende in mano il secondo remo e vince la Risi’atori e il Palio 2018 insieme alle sue compagne, molto più giovani di lei (Jenny Guarnieri, Rachele Barbieri, Celeste Caluri, Silvia Segnini), allenate da Alessandro Zocchi che poi le riporterà nella cantina del Benci Centro l’anno successivo, il 2019, per vincere 6 gare su 6 (compresa la rappresentazione a Civitavecchia del Comune di Livorno). Equipaggio in cui Sonia ricopre il ruolo di capovoga

Ma lasciamo la parola direttamente a Sonia che ci parla di sé: “Non per niente la mia tesina alle superiori aveva come titolo: ‘Lo stereotipo e Pregiudizio nelle società’. Detto questo, per parlare di me ho chiesto aiuto a chi mi è accanto sportivamente da due anni, e così ecco a voi… mamma Sonia, perennemente un maschiaccio, ma dalle unghie sempre colorate (cit. di Rachele Barbieri).

Parto subito dicendo che la voga è uno sport impegnativo, soprattutto se devi badare alla casa, alla famiglia, ai figli, al lavoro, ma ciò che smuove noi vogatori è la passione e l’attaccamento alla propria città. Sono una ragazza molto riservata, prima di aprirmi ci metto un po’, forse perché nel mio passato ho sofferto molto, sono stata ferita dalle persone e questo ha cambiato radicalmente il mio carattere, infatti, inizialmente mantengo le distanze, ma poi do il cuore alle persone che amo. Ne ho passate tante, ma ‘ciò che non uccide fortifica’, questo è il mio motto, e niente di più della voga riesce a fortificarmi.

La voga mi fa credere in me stessa, mi rende più forte e, magicamente, mi cambia la vita, da quando vogo vedo tutto in maniera diversa e la vita mi appare in positivo. Soffro di fibromialgia (una malattia che colpisce i muscoli) e voglio essere un esempio per coloro che si chiudono e soffrono in casa, voglio far capire che spesso è la testa che comanda il corpo, e che se facciamo sport all’aria aperta, ci curiamo meglio che con le medicine, perché lo sport fa bene ai muscoli, sì, ma prima ancora alla mente. La fibromialgia non è l’unica cosa per cui combatto, purtroppo per noi donne non è facile vivere in questo ambiente, spesso purtroppo, caratterizzato ancora dalla mentalità chiusa di un tempo. Non dimenticherò mai quando uscivamo all’altezza dei pescherecci in porto e venivamo derise sempre con la frase che purtroppo ancora si sente: “le donne alla ‘onca”; noi donne non siamo volute da tutti, forse perché alcuni non riescono ad accettare che anche noi possiamo fare uno sport faticoso, che ti fa venire i “calli” sulle mani e non solo.

Sono una che combatte molto e se mi metto in testa qualcosa, la otterrò, prima o poi. Dobbiamo combattere ogni tipo di violenza, e io parto sempre dal piccolo. Iniziamo a far accettare le donne nelle nostre piccole realtà, nelle nostre cantine, e vedremo, che poi, piano, piano cambieranno anche le realtà più grandi; anche perché siamo stanche di sentire che non ci sono gli spazi. Non ne servono tanti, se una cosa si vuole si fa! Combatto sempre anche a lavoro (anche questo prevalentemente maschile),  con chi non sa accettare che anche una donna può avere la leadership. Spesso mi fanno arrabbiare e arrivo agli allenamenti con un viso diverso dal solito, ma trovo le mie compagne, mi rilasso e mi riprendo con un bel tramonto. Non è sempre facile, in cantina condividiamo le nostre vite e così ci facciamo forza tra di noi.

La voga è lo sport che caratterizza la città di Livorno, andrebbe incentivato il più possibile, purtroppo non tutti i bambini sanno cos’è. Mia figlia lo sa ed è anche tifosa, perché viene spesso in cantina con me durante gli allenamenti e mentre noi facciamo remoergometro lei fa la lezione. Anche lei si è innamorata di questo sport che ti permette di vedere la propria città da un punto di vista diverso, ed ovviamente ha già detto che farà la timoniera, così non farà troppa fatica. Ai tempi in cui andavo a scuola esisteva il progetto Scuola in Barca, una bella iniziativa che dovrebbe essere fatta ripartire. So che il presidente del Comitato Organizzatore Palio Marinaro Maurizio Quercioli ci sta lavorando per far conoscere questo sport a tutti i ragazzi e le ragazze livornesi.

Continuo ad impegnarmi per la voga, anche se quest’anno ho deciso di prendermi una pausa durante la quale cercherò di imparare il ‘mestiere’ dal mio allenatore, così che un giorno, chissà, potrò allenare anch’io. Credo nello sport e nella mia città, che forse solo adesso sta iniziando ad aprire la mente e la conferma mi arriva dal tifo, soprattutto da quello che ho visto e sentito la sera che abbiamo affrontato la più bella e folkloristica gara remiera: La Barontini”.

Sonia Giannetti

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