Giulia Giovacchini
La passione per il remo mi ha fatto innamorare della mia città
Continua il nostro viaggio nel mondo femminile del remo, con la presentazione “autogestita” delle atlete. La parola va a Giulia Giovacchini di 18 anni.
“Mi considero una ragazza normale, con una famiglia, una carriera scolastica e il sogno di diventare infermiera. Vogo da 2 anni ed ho iniziato grazie al nonno del mio fidanzato, Marino Lenzi, che mi ha portata alla Cantina del Borgo, dove ha molti amici. Ho così iniziato ad allenarmi e dopo poco ho avuto l’onore di salire sulla gozzetta. Nonostante la prima stagione non sia stata entusiasmante per i risultati, la mia passione per il remo è andata crescendo sempre più e così, non potendo più il Borgo formare un equipaggio femminili, decisi di contattare Sonia Giannetti, vogatrice dell’Ovosodo che mi portò alla cantina e mi fece conoscere le nuove compagne di squadra, che mi hanno permesso di continuare a praticare questo sport.
La vita in bianco-giallo è meravigliosa… i ragazzi del 10 non sono maschilisti, anzi ci fanno sentire parte della tradizione e perfettamente integrate nell’ambiente.
Dopo qualche mese che vogavo, grazie a mia nonna, scoprii che un mio parente, Daniele Salvatori, era stato per anni vogatore proprio dell’Ovosodo…. secondo me era destino!
L’ultima stagione, quella del 2019, è stata per me complicata perché una lombo-sciatalgia mi ha costretto a stare ferma per due mesi. Il mio fisioterapista temeva dovessi abbandonare la pratica di questo sport. Potete immaginare come sono stata male in quel periodo al solo pensiero di non poter più prendere un remo in mano. Fortunatamente non è andata così, grazie all’allenatore, alle compagne di squadra e a tutti i componenti della Cantina, che sempre mi hanno appoggiato e stimolata ad andare avanti, sono riuscita a rimontare in barca, a rimettermi in gioco e ad ottenere le mie prime tre vittorie, che resteranno sempre le più importanti, proprio perché sono le prime.
La passione per il remo ormai mi è entrata nel cuore, la voga è parte di me, è nel mio Dna e consiglio a tutte le ragazze di provare a praticarla, ne riceveranno tante soddisfazioni e benefici; vi assicuro che remare non fa venire le spalle larghe come molte erroneamente temono, l’unico “rischio” che si corre è quello di innamorarsi della propria città e delle sue tradizioni.