Lanciotto "il Gobbeto" Lilla

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L’antagonista di Agìde Carnevali

Lanciotto Lilla il Gobbeto. Nato il 1 novembre 1893, morto il 2 novembre 1940. Del suo gruppo faceva parte Menotti Polese. Deve il suo soprannome al fatto che stava spesso curvo in avanti. Timoniere del Palio dal 1921 al 1929 era considerato il vero antagonista di Agìde Carnevali: si cementò anche con il canottaggio fino al 1934. Fu alla guida di barche del Venezia, di San Giovanni, di Barriera Margherita, del Mercato e dell’Avvalorati.

Poi entrò fra i portuali. Nel 1921 corse con una barca del Venezia denominata “To” classificandosi al secondo posto dietro a “Dante”. (Timoniere Lanciotto Lilla, Gino Bracci, Egidio Bracci, Bruno Magagnini, Astarotte Brondi, Cesare Nosiglia, Lorenzo Natali, Angelo Lorenzini, Eugenio Pedani, Renato Barbieri, Lanciotto Savi). Nel 1924 guidò, in una gara di gozzi a quattro remi un’imbarcazione chiamata “Lilla” vincendo la corsa. (Timoniere Lanciotto Lilla, Olinto Scola, Vero Catanzano, Primo Lavoratori, Marini).

Nel 1925 si classificò all’ultimo posto nel Palio a dieci vogatori con il Regina Margherita. Nel 1927 guidò il San Giovanni piazzandosi al secondo posto, dietro al Borgo di Agìde, dopo una meravigliosa lotta con Mercato e Cantine. Nel 1928 si classificò sesto con il “Norge” dell’Avvalorati, mentre nel 1929 ottenne un secondo posto con il Mercato nei 1000 metri Littorio. Nel 2001 aveva una sorella ancora vivente e da pochi mesi centenaria, nonna di Manlio Ageno.

Proprietario del “To”. Il 30 marzo del 1926 morì Lunardi Orestino detto Bellognù: facchino del porto e risicatore, anarchico. Morì precipitando sul fondo della stiva del piroscafo Cange. I suoi funerali furono lo spunto per una storica manifestazione antifascista che portò all’arresto di sedici lavoratori portuali. Ugo Chiappe, il diciassettesimo, si diede alla fuga ed emigrò in America, rientrando in Italia solo vent’anni dopo, nel 1946, a guerra finita. Oreste Lunardi, di professione facchino, risicatore a tempo perso, con la sua morte dovuta ad un incidente sul lavoro, coagulò fra i suoi compagni di lavoro, la decisione di contestare un regime di cui non condividevano ideali e modi di essere.

L’opposizione al regime fascista era già evidente fra quei portuali, per buona parte anarchici o conquistati dalla nascita del comunismo, avvenuta proprio a Livorno alcuni anni prima. La decisione delle autorità, di non permettere loro di seguire il feretro del Lunardi, fu dettata dalla paura di disordini, ma produsse l’effetto contrario anche se, su quello che successe realmente, è calato il silenzio della storia. Abbiamo solo, ufficialmente e almeno per ora, quello che la propaganda fascista volle raccontare sul quotidiano cittadino e l’acredine e il livore messi in campo dal cronista dell’epoca, fanno però almeno il pari con le esagerazioni e le falsità che si possono leggere nei giornali degli oppositori.

Nel 1926, Lanciotto Lilla, viene indicato come uno dei responsabili dei disordini per la morte di Oreste Lunardi detto Bellognù. Solo qualche giorno più tardi i giornali scrivono che è stato arrestato un Lanciotto, ma di cognome Corsi.

Articolo di Alberto Gavazzeni. Ricerca della storia sportiva di Lanciotto Lilla, Carlo Braccini

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