Jacopo Maffei
Il gozzo del San Jacopo porta il suo nome
Il 2000 fu un anno da dimenticare per il San Jacopo. Infatti perse tutte le gare in programma compreso il Palio Marinaro relegandosi così, per l’anno successivo, il 2001, a gareggiare nelle gozzette a quattro remi. Fu proprio in quell’anno che Jacopo Maffei, proveniente dalla sezione nautica del Salviano, cominciò a far parte dell’armo bianco-verde. Ricordo, in quanto fui dirigente del San Jacopo, proprio in quegli anni, che l’allenatore fu Giancarlo “Asse” Musetti, presidente Bruno Domeniconi e questi furono i vogatori: Jacopo Maffei, Daniele Angulo, Ivan Ciardelli, Simone Raffaelli e Nicola Celata.
Jacopo si presentava sempre puntuale agli allenamenti che eseguiva scrupolosamente. Taciturno, molto serio ed educato non ebbe mai da contestare le decisioni dell’allenatore anche quando potevano sembrare sbagliate. Aveva una resistenza incredibile, specialmente al remoergomentro, che convinse Asse a farlo gareggiare in tutte le gare in programma. Il San Jacopo affrontò la stagione con tutti ragazzi giovanissimi che si cimentarono per la prima volta nelle competizioni remiere, compreso Jacopo al quale gli fu affidato il secondo remo.
Dopo aver vogato in tutte le gare minori, montò sul podio due volte in quelle importanti: 2° classificato alla Coppa Risi’atori, 3° classificato alla Coppa Barontini e 5° al Palio. Tutto sommato fu una bella stagione. L’anno dopo, Jacopo, fece parte dell’equipaggio “asso pigliatutto”. I bianco-verdi vinsero tutto quello che c’era da vincere anche grazie al nuovo allenatore che fu Umberto Bedini. L’equipaggio del San Jacopo nel 2002: Timoniere Yari Pantani, Cristiano Ciari, Nicola Celata, Simone Raffaelli, Matteo Pietrini, Ivan Ciardelli, Jacopo Maffei, Massimiliano Perullo.
Il bianco-verdi ritornarono tra le grandi e Jacopo continuò ad esercitare, con il dieci remi, la passione per la voga. Nel 2003 e 2004 si aggiudicò diverse gare minori oltre a cinque posti da podio tra Risi’atori, Barontini e Palio. Nel 2005 cominciò gli allenamenti invernali, sempre con il suo San Jacopo. Ma non ebbe l’opportunità di partecipare alle gare.
Si scrisse su “Il Tirreno” del 25/11/2005. “Avrebbe compiuto ventitré anni il 10 dicembre prossimo, ma quelle candeline, purtroppo, non potrà più spegnerle. L’appuntamento con il destino lo ha bloccato ieri mattina, all’ora di pranzo, a San Piero a Grado, all’incrocio tra Via Vecchia Livornese e la tangenziale che immette in superstrada. L’ennesima vittima della strada si chiama Jacopo Maffei, è un ragazzo livornese. Abitava con la famiglia in centro, in via Cecconi, il padre, Andrea Maffei, è un noto architetto, la madre un’insegnante del liceo Enriques. Lascia i genitori e due sorelle. Il ragazzo era nato 23 anni fa a Pisa e proprio a Pisa, a due passi dalla sua Livorno, frequentava la facoltà di ingegneria. Era un ragazzo molto noto nella città labronica anche per la sua attività sportiva: era infatti da sei anni un vogatore del San Jacopo per il Palio Marinaro […] la notizia è stata accolta con profonda emozione soprattutto negli ambienti del mondo del remo, dove Jacopo era apprezzato per la sua passione e l’entusiasmo con cui si impegnava e dove la sua perdita è stata sentita in maniera fortissima. L’ultimo gesto d’amore lo ha fatto donando cornee e valvole cardiache”. La giornalista fu Candida Virgone.
La notizia della perdita di Jacopo fu come un fulmine a ciel sereno. I frequentatori di tutte le cantine livornesi rimasero scioccati da quella terribile notizia. Il San Jacopo, per ricordarlo per sempre, gli ha dedicato il gozzo che porta il suo nome nelle bianche fiancate ed a ogni gara, Jacopo, da lassù tiferà per il suo amato rione.
Articolo di Carlo Braccini 01/12/ 2016