Andrea Tori

Rione Salviano

Rioni

Colline - Coteto - Salviano - Stazione

Vittorioso del primo Minipalio con il Colline nel 1979

A distanza di 28 anni (l’articolo è del 2007) da quella gara siamo andati a cercare i protagonisti di quella vittoria: purtroppo il timoniere Piero Bernini, detto Pagaia, non ha risposto all’appello essendo prematuramente scomparso anni fa. Il presidente Loredano Scardigli è passato da anni alla guida del San Jacopo. La sorpresa è venuta invece dal fatto che due del quartetto bianco-celeste: Walter Bollati è una colonna portante dell’Ovo Sodo mentre Claudio Cecconi, quest’anno, tenterà di riportare fra i dieci remi la gozzetta del Sorgenti.

Sono passate da poco le dieci del mattino quando l’equipaggio capitanato da Piero Bernini si prepara ad affrontare, per ultimo, la prova a cronometro sul percorso triangolare allestito davanti al Cantiere Navale. E i bianco-celesti vanno a rompere le uova nel paniere all’equipaggio di Borgo Cappuccini, che era dato per favorito, e che fino a quel momento era in testa alla classifica provvisoria. Il capo dell’equipaggio era sicuramente Andrea Tori (classe 1963).

«Sia io che mio fratello Francesco, che aveva un anno di meno, iniziammo prestissimo a vogare per l’Unione Canottieri. Ricordo che il mio primo allenatore è stato Alvaro Rossetti. All’epoca avevo già un fisico incredibile e così nel 1978, a quindici anni, sul lago di Piediluco, dove ancora non esisteva il Centro Federale, mi aggiudicai il titolo italiano ragazzi con il singolo. Mio padre con l’auto ci portava ad allenarci a Piediluco, ma ricordo che, anche a causa delle giornate caldissime, io e Francesco ci fermavamo spesso a riposare e a sonnecchiare sotto i salici piangenti fino a quando la voce dell’allenatore federale non ci richiamava all’ordine».

«Sta di fatto che eravamo due teste matte – tanto che l’allenatore, che allora era il norvegese Thor Nilsen, era solito dire “I due fratelli Tori sono very strong, ma del tutto crazy, inaffidabili” –  Così, invece di continuare gli allenamenti, che ci avrebbero portato dritti alle Olimpiadi di Los Angeles, (dove Andrea Lari andò, nel 1984, a conquistare il bronzo nel quattro di coppia) preferimmo chiamare al telefono nostro padre, chiedendogli di venirci a prendere, perché non ne potevamo più».

«Ricordo che in camera con me avevo Carmine Abbagnale: era grande e grosso e non parlava mai. Si limitava a mangiare delle gigantesche bistecche che non doveva aver mai visto. Quel primo Minipalio? Penso che ebbe molta importanza anche l’effetto sorpresa, ma eravamo pure un equipaggio decisamente forte. L’anno dopo salii sul dieci e se non fosse stato per il San Jacopo, che aveva soltanto otto vogatori, (per una deroga concessa dal Comitato del Palio) e che ci speronò ad una boa (le cronache dell’epoca attribuiscono però la responsabilità al Colline, ndr.) avremmo sicuramente vinto il Palio».

«Nel 1984 passai al Mercato e i bianco gialli per la prima volta vinsero il Palio. Poi decisi di smettere». Sulla barca del Benci vittoriosa nel 1984 vi erano Umberto Marconcini al timone, Andrea Cillari, Andrea Tori, Marco Bulli, Claudio Filippi, Marco Marconcini, Alessandro Marconcini, Mario Del Bimbo, Roberto Sammuri, Francesco Tori, Fabrizio Mori, Walter Bollati, Claudio Federzoni, (t) Gennaro Montuori. Con il tempo di 9’21”6 i bianco gialli stabilirono anche il nuovo record della gara precedendo il Venezia di Luigi Suardi e l’Ardenza di Giorgio Sonetti.

Articolo del 2007

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